"Penso quindi che lo sforzo richiesto dal nostro programma culturale dovrebbe essere quello stesso che ci fa pregare, lavorare ed amare. Come sanno fare i fucini: con forza e con gioia."

Scritti fucini, Giovanni Battista Montini

lunedì 17 marzo 2014

"Giovannino Guareschi: un uomo libero" - Sesto testimone

«Per comporre la biografia civile di Guareschi bisogna riconoscere i suoi tre paradossi: dopo due anni nei campi di concentramento nazisti, passò per un fascista; dopo aver vinto la battaglia nel ’48, appoggiando la Dc di De Gasperi, finì in galera per la querela del medesimo De Gasperi; dopo aver umanizzato i comunisti, fondò il settimanale più efficace nella lotta al comunismo e là scrisse il primo libro nero del comunismo.» 

Marcello Veneziani

Giovannino Guareschi
 (Fontanelle di Roccabianca, 1º maggio 1908 – Cervia, 22 luglio 1968)


Giovannino Guareschi è uno degli scrittori italiani più venduti al mondo, nonché lo scrittore italiano più tradotto in assoluto. Le sue opere racchiudono una profonda religiosità, che affonda le radici nella formazione ricevuta da sua madre, ma anche dalla tragica esperienza della Seconda Guerra Mondiale e dall’internamento in un lager nazista cui fu sottoposto insieme a tutti quegli ufficiali italiani che, come lui, avevano rifiutato di servire la Repubblica Sociale di Mussolini.

Con una periodicità pressoché stagionale, le televisioni pubbliche e private ripropongono da anni i film del ciclo di Don Camillo, liberamente (forse anche troppo) ispirati ai racconti di Giovannino Guareschi. Il favore presso il pubblico è sempre di grado elevato, e ciò ha consentito da una parte il perpetuarsi della popolarità delle "maschere" di Don Camillo e Peppone a più generazioni, ma non sempre ha reso pienamente merito al loro creatore: infatti la trasposizione cinematografica ha in gran parte tradito lo spirito originario dei racconti, tanto da suscitare a suo tempo le proteste dello stesso Guareschi nei confronti dei registi e degli sceneggiatori, stemperando spesso in un tiepido irenismo quello che era un confronto onesto, leale, ma anche duro e serrato tra le ragioni dell’umanità, del buon senso, e quelle dell’ideologia, che avvelenava (e avvelena) i cuori e le menti.

Senza Gesù Cristo non si va nessuna parte: questo è il Vangelo dei semplici, il Vangelo di don Camillo.

Guareschi è certamente un grande scrittore, e nonostante la peculiarità dell’ambientazione delle sue storie, ricche degli umori e dei sapori della sua terra, è scrittore di respiro europeo, apprezzato e compreso come pochissimi altri nostri autori.

C’è un ulteriore Guareschi, infine, da riscoprire: è lo scrittore che -forse più di ogni altro- ha rivolto la propria attenzione alla famiglia, tanto che si può parlare di Giovannino sia come di uno scrittore per la famiglia, ma anche di scrittore della famiglia: In tutta la sua opera c’è grande attenzione, rispetto, amore, per il rapporto tra genitori e figli, tra uomo e donna innamorati, persino tra nonni e nipoti. La casa, la terra, l’amore per la propria storia, il ricordo dei propri morti e la speranza per i propri figli sono la spina dorsale di una civiltà che Guareschi amava, cui apparteneva, che ci ha descritto con realismo e con tenerezza, e che suscita nei lettori il desiderio di preservarne il senso. Guareschi muove alla nostalgia, certamente, ma alla nostalgia di qualcosa che è bello, buono, giusto, pulito: non è sterile passatismo, è la volontà di mantenere il mondo e sè stessi quali Dio li ha fatti, segnati dal peccato originale ma destinati al bene.


L'incontro sarà guidato dal prof. Massimo Liucci che ci aiuterà a conoscere meglio la vita e le opere di questo brillante scrittore tutto italiano.
L'appuntamento è per mercolei 26 marzo, alle ore 21:15, presso la nostra sede (Casa delle Associazioni) in via Antinori 4.

APERTO A TUTTI!

info: presidente@perugia.fuci.net